LA POLITICA RESTRITTIVA AGGRAVA LA CRISI,
ALIMENTA LA SPECULAZIONE E PUO’ CONDURRE ALLA DEFLAGRAZIONE DELLA ZONA EURO. SERVE UNA SVOLTA DI POLITICA ECONOMICA PER SCONGIURARE UNA CADUTA ULTERIORE DEI REDDITI E DELL’OCCUPAZIONE
Nel dibattito tra economisti, segnato dalla più radicale polivocità, nonché dall'assenza di una teoria della crisi degna di questo nome, l'Appello dei cento, che qui sotto pubblichiamo e diffuso il 16 giugno scorso, è stato immediatamente bollato come "marxista". In verità, quale che possa essere la visione del mondo di alcuni suoi singoli firmatari, l'Appello non pone in alcuna maniera la necessità della fuoriuscita dal capitalismo. Per quanto riguarda il giudizio sulle cause della Crisi, esso fa propria la nota tesi sottoconsumistica: «Come è stato riconosciuto da più parti, questa crisi vede tra le sue principali spiegazioni un allargamento del divario mondiale tra una crescente produttività del lavoro e una stagnante o addirittura declinante capacità di consumo degli stessi lavoratori». La qual cosa svela il limite teorico più profondo dell'Appello medesimo, visto che sono errato i due postulati, ovvero il presunto aumento della produttività che la capacità di consumo dei lavoratori. Torneremo evidentemene sul tema, non senza notare che le tesi contenute nell'Appello degli accademici rappresentano la linea di fondo delle sinistre, anche quelle "radicali".
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